Fiera di Pinerolo 2016 – Foto e qualche considerazione

fiera pinerolo 2016 (8)Anche per questa festa del santo patrono, è tornata la caratteristica Fiera di Pinerolo, che però comincia veramente a scricchiolare. Già per la passata edizione raccontammo di come sarebbe stato meglio iniziare ad integrare qualcosa di più moderno, e certi commenti degli utenti ci dissero che in fondo la fiera è stata però sempre quella lì, con prodotti tipici, giostre e mezzi agricoli, e che non potevamo aspettarci molto di più.
Vero, ma vedendo questa versione 2016 il discorso è che si rischierà di non vedere più una fiera nel giro di 2 massimo 3 anni. I segni problematici ci sono tutti: belle giornate e pure con pubblico accompagnate da sempre meno banchi, vuoi per prezzi alti di esposizione, vuoi che molti di questi non hanno più molto mercato. L’evento cerca, ormai stancamente, di riproporsi paro paro a 50 anni fa, in una società dove bene o male i beni di prima necessità come vestiti o mezzi per l’agricoltura li trovo anche fiera pinerolo 2016 (7)poco lontano da casa, e dove tutto pare messo un po’ alla rinfusa. Aree per mangiare lontane in piazza d’Armi, formaggi e salumi ficcati tra moto ed automezzi, banchetti con oggettistica di basso livello da supermercato se non da negozio dei cinesi; intere aree lasciate vuote, mentre i pieni invece di raggrupparsi vengono lasciati alle posizioni di partenza, creando dei buchi visivi veramente spiacevoli.
Questo diciamo per l’area di viali e Piazza d’Armi, mentre la classica piazza del mercato ci mostra… un mercato, nè più nè meno di quello settimanale, ed infine piazza Roma chiude con qualche banchetto avanzato di prodotti a caso.
Qualcuno passa, qualcuno compra, ma si avverte da parte dei commercianti stessi che qualcosa non quadra molto: restano contestualizzati coloro che fanno provare novità di tutti i tipi, o quantomeno utilizzando un approccio di intrattenimento, ma tolti loro anche molti banchi sono riversioni di attività già presenti sul territorio.
fiera pinerolo 2016 (3)Pinerolo è terra di mercati, anche se spesso non lo si ricorda: mercatini dell’usato, della carta, del vinile, vetrine in piazza e in strada (peraltro di questo fine settimana) e Artigianato con stand su stand poco artigianali. Dunque questa fiera dove può inserirsi, quale pubblico può andare a toccare? Un tempo addietro era un must per il mondo agricolo e contadino, ma oggi pare rimanerne una fetta molto esigua di visitatori.
Ora però attenzione: non è intenzione nostra quella di andare a dire subito “cosa inutile, chiudete tutto tanto non porta a molto nella modernità”, ma più un vediamo di cambiare le cose, di completarsi in meglio.
Per prima cosa più ordine: è bello camminare sapendo che in un posto X troveremo i prodotti gastronomici, nell’Y i vestiti e nello Z le parti agricole, il che fa più fiera e meno mercato alla rinfusa. fiera pinerolo 2016 (9)Secondo passo arrivare a coprire i buchi, compattando l’evento nel caso ma evitando tale gaffe, che non fa fare proprio buona figura. Terzo passo cercare un po’ di rinnovamento: solitamente cosa abusata e negativa, ma questa volta ci sarebbe da prendere un po’ di esempio dai paesi americani, dove la cosiddetta “town fair” raccoglie cibi particolari che si possono trovare solo in tale occasione, appuntamenti notturni affiancati alle giostre, oggetti nuovi e curiosi da provare. Insomma, dà delle ragioni per più persone nel passare, vedere, passeggiare, comprare. Ed ecco che quello stesso momento di mini festa birraiola di pre carnevale (lì mal utilizzato nel freddo) potrebbe ottimamente integrarsi in un discorso simile. Se la fiera vuole rimanere un momento di aggregazione e ricerca di qualcosa, deve saperlo fare per il 2016 e non per il 1950: critica dura, ma i primi ad averne giovamento saranno proprio i commercianti stessi, che così magari saranno spronati a tornare qui a Pinerolo.
Ed ora per finire qualche immagine:

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